Crema di pomodori secchi (passepartout)
Crema di pomodori secchi (passepartout)
Prima di lasciarvi ad una ricetta “sciuè sciuè”, di quelle che vi risolvono l’estate (e non solo), vi parlo di chi produce la materia prima della mia crema di pomodori secchi.
Vi racconto della simpatia che nutro verso questa Azienda scoperta per puro caso e, apprezzata sempre di più.
Parliamo di chi utilizza la parola “bio” con senso compiuto e sa come si coltiva al meglio la materia prima, per ottenere un prodotto finito veramente eccellente.
Una piccola realtà, dal cuore grande.
Non a caso Agriblea è in Sicilia, nella Val di Noto, per la precisione a pochi km da Ispica, dove il trionfo del barocco e la bellezza dei paesaggi, rendono tutto “unico”.
L’azienda Agriblea nasce dall’amore per la campagna e dalla testardaggine del suo titolare, Giorgio Agosta, da tutti conosciuto come Gino.
Gino ha un sogno: portare sulle tavole di tutto il mondo il sapore genuino e tradizionale della Sicilia attraverso un suo prodotto di nicchia: la “Ciappa ri pummaroru”.
Il Sig. Giorgio, ha portato sulla mia tavola tanto colore e sapore e, un pizzico di sicilianità, tramite Corrado, grande anima sicula, che con grande piacere mi intrattiene sulle caratteristiche dei loro pomodori, ma anche della splendida isola in cui vive e lavora.
Tornando alla ricetta, è da “calibrare” sul gusto personale, in quanto gli ingredienti sono tutti saporitissimi:
Ingredienti:
- capuliato di pomodori secchi (ovvero pomodori secchi tritati),
- pecorino grattugiato,
- capperi sott’aceto,
- mandorle,
- pistacchi,
- limone: scorzetta e succo,
- olio extra vergine d’oliva,
- basilico, timo e prezzemolo,
- qualche cucchiaio di aceto di mele,
- una presa di zucchero.
Preparazione:
Dunque, sul fondo dentro il vaso del robot da cucina, versate il capuliato, appena tolto dal sottovuoto, aggiungete un filo di olio una manciata di mandorle e pistacchi, il formaggio (partendo da due cucchiai), tre cucchiai i capperi (meglio se quelli buoni buoni di Pantelleria), il succo del limone, l’aceto e lo zucchero. Date una prima frullata, poi unite le erbe.
Potete optare anche per il solo basilico.
A questo punto, aggiungete la scorzetta del limone e assaggiate. In base al gusto personale, potete decidere cosa aggiungere ulteriormente.
Io non ho unito altro pecorino, perchè il sapore era già molto intenso, però ho spremuto un mezzo limone in più, perchè mi mancava l’acidità di fondo.Una volta raggiunto il sapore che si avvicina maggiormente al sapore che preferite, versate la crema in vasetti a chiusura ermetica.
Copriteli di olio etra vergine e lasciateli riposare una notte in frigorifero. Il giorno dopo, verificate il livello dell’olio.
Deve coprire sempre la crema.
Richiudete i barattoli e teneteli al fresco (io sempre in frigorifero nello scaffale meno freddo).
Ricordate che l’olio funziona anche da conservante evitando le muffe e, con l’acido citrico del limone, oltre che con l’aceto, questa crema, se ben conservata, durerà a lungo.
Cosa ci potete fare con questa crema? A parte mangiarla a cucchiaiate in caso di ipotensione? :))))
- spalmarla su crostini di pane tostato,
- condirci una pasta, lunga o corta, ma non le tagliatelle, è un sugo un po’ ruvido e necessita di un formato che la sostenga – ottima su una pasta fredda,
- lavorarla con una ricotta vaccina delicata e, come sopra, condire la pasta (questa volta calda),
- utilizzarla come salsa di accompagnamento per formaggi teneri e neutri (mozzarella/ricotta/tomini), carne bianca, pesce alla griglia,
- aggiungerla all’impasto del pane,
- farcire delle focaccine.
Buon appetito